La Telegrafia Visuale | Dalla restaurazione alle ordinanze del 1818
L'organizzazione del Corpo Telegrafico
La sconfitta di Joachim Muràt nella battaglia di Tolentino del 2 maggio 1815 ed il successivo trattato di Casalanza del 20 maggio, posero fine al decennio di occupazione francese delle due Sicilie, sancendo il ritorno della legittima monarchia napoletana.
Al rientro di re Ferdinando a Napoli il 4 giugno 1815, il regno si ritrovò con due diversi sistemi di comunicazione a distanza: uno per la parte Continentale , costituito dalla rete semaforica impiantata dai francesi l’altro, per la Sicilia , allestito dai Borbone secondo il modello inglese dei telegrafi a bandiera.
L’amalgama tra i due differenti metodi non fu tecnicamente e operativamente pienamente sostenibile, per la Real Marina fu quindi necessario procedere a una rapida assimilazione della rete semaforica “francese”, reputata il sistema di comunicazione più efficiente, accompagnandola al riordino del proprio Corpo Telegrafico e all’allestimento delle postazioni semaforiche anche lungo le coste della Sicilia.
Per la gestione del servizio, il real Decreto n. 154 del 17 ottobre 1815 istituì un nuovo "Corpo telegrafico", posto alle dipendenze del Segretario di Stato di Marina.
Il Capitano di Vascello Giuseppe Kalefati, già ufficiale della Marina murattiana nel ruoli del servizio telegrafico, fu nominato primo Direttore del Corpo, assumendo le funzioni affidate a questa figura dal decreto n.154 del 1815.
I telegrafi furono organizzati in quattro Dipartimenti: Napoli, Barletta, Pizzo e Chieti, a loro volta suddivisi in Circondari, previsti in un numero variabile da cinque a otto.
Presso palazzo Testa, ubicato nell'area dell’Arsenale Navale di Napoli, fu stabilita la Direzione Generale del Corpo e la sede del Consiglio d’Amministrazione Centrale. Nell’area dello stesso Arsenale trovò posto anche il deposito generale per i rimpiazzi di tutte le macchine del regno mentre nei Circondari furono istituiti dei piccoli magazzini per i materiali di consumo e le manutenzioni ordinarie. Ciascun Dipartimento ebbe un proprio Consiglio d’Amministrazione per la gestione del personale e dei materiali, ed un Ispettore per il controllo delle linee e la tenuta della cassa dipartimentale.
Il Direttore del Corpo ebbe il compito di verificare l'attività dei quattro Consigli, d’ispezionare annualmente le casse dipartimentali, di curare gli aspetti disciplinari, di rappresentare il Corpo presso le Autorità, ed infine presenziare alle riunioni del Consiglio d’Amministrazione Centrale.
Un ufficiale di dettaglio, quattro ispettori di dipartimento, nove corrispondenti telegrafici, ventuno sotto-ispettori di prima classe, dieci aspiranti telegrafici, dieci sotto-ispettori di seconda classe, centoventidue segnalatori di terza classe, quaranta segnalatori di quarta classe, quaranta allievi segnalatori, e un numero variabile di aspiranti segnalatori “senza soldo”, costituì la forza del Corpo.
Lo stato maggiore fu ordinato ricorrendo a Ufficiali già iscritti nei ruoli di guerra della Real Marina mentre il restante personale, equiparato a quello degli altri corpi militari, fu di preferenza scelto tra coloro “resi inabili o riformati dal mestiere marittimo”, “riconosciuti per aver forze e mezzi sufficienti onde poter disimpegnare il servizio che debbe essere ad essi affidato”.
Condizione necessaria per essere ammessi, oltre una “comprovata morale” fu “il saper leggere e scrivere, la cognizione delle quattro prime regole del calcolo aritmetico de’ numeri interi e qualche conoscenza del mestiere del mare”, come la rosa della bussola nautica, saper distinguere i vari tipi di bastimenti e le loro diverse velature, la rotta da essi seguita e le manovre che sembrano eseguire.
Gli avanzamenti di carriera, di norma, furono previsti per anzianità, distinguendo tra ruolo amministrativo (sotto-ispettore di prima classe e ispettore di dipartimento) e ruolo facoltativo [1] (aspiranti telegrafici, sotto-ispettori di seconda classe e corrispondenti telegrafici). L’ammissione ai ruoli fu regolata da un concorso presieduto dal direttore del servizio, assistito da tre ufficiali del corpo nominati dal Segretario di Stato di Marina.
La prova d’esame per il ruolo amministrativo fu particolarmente complessa, richiedendo conoscenze matematiche, amministrative, militari e tecniche.
Le paghe rientrarono nella norma dei salari concessi ai militari, con alcuni miglioramenti concessi per destinazioni di servizio particolarmente disagiate. L’assistenza sanitaria fu gratuita e garantita attraverso l’ospedalità militare e civile, alloggio e casermaggio ricaddero a carico dell’amministrazione militare o comunale, a seconda dell’ubicazione del posto telegrafico.
Il personale del “Corpo”, come per gli altri dipendenti dello Stato, ebbe concessa la possibilità di usufruire della ritenuta del due e mezzo per cento sulle competenze mensili, a titolo di accantonamento per la "pensione di ritiro".
Definito il quadro organizzativo, furono varate le disposizioni per risistemare il servizio in Sicilia ancorato, con una forza di cinquantasei “individui”, alla condizione operativa stabilita nel 1810. Il Decreto n. 188 del 13 novembre 1815 estese la nuova organizzazione telegrafica anche ai Domini al di là del Faro ponendola, al pari di quella continentale, alle dipendenze del Segretario di Stato alla Marina. Una commissione composta dal Capitano di Vascello Giuseppe Kalefati [2], dall'Ispettore telegrafico Benedetto Balsamo, e dal corrispondente telegrafico Celestino Rispoli, si recò nell'Isola per scegliere i punti ove impiantare i semafori e sovrintendere i lavori di costruzione ed allestimento delle postazioni.
Tre successivi Decreti, rispettivamente del 14 settembre, del 15 novembre 1816 e del 1° agosto 1822, fissarono l’ubicazione delle nuove stazioni semaforiche, l'organizzazione del servizio ed il completamento dell’organico siciliano con la nomina del Direttore Generale, del Sotto-direttore e degli Ufficiali telegrafici. I Decreti, accogliendo la richiesta della "Suprema Deputazione di Salute di Sicilia", accordarono l'installazione di posti semaforici aggiuntivi per il controllo sanitario del traffico marittimo. I nuovi posti riguardarono la linea Palermo - Marettimo e da Messina a Spaccaforno e Capo Passero, tutti, come quelli già esistenti, furono posti alle dipendenze del ramo telegrafico del Segretariato di Marina mentre le spese di gestione, furono sostenute dalla Deputazione di Salute.
Decisive per l’efficienza del sistema di comunicazioni a distanza furono le “Ordinanze Generali della Real Marina del Regno delle Due Sicilie”, emanate con provvedimento reale del 1° ottobre 1818, esse conferirono organicità a tutte le norme precedentemente promulgate per regolare l’attività del Corpo Telegrafico.
L’articolo 1, titolo III delle “Ordinanze”, aggiornò i compiti istitutivi del Corpo ordinando che “Al servizio delle macchine telegrafiche destinate alla pronta conoscenza delle novità occorrenti sulle coste del Nostro regno, o a vista delle medesime, e per la sollecita trasmissione degli ordini, e comunicazioni interessanti alle autorità civili e militari del medesimo, sarà addetto un corpo d’individui, sotto la denominazione di Corpo Telegrafico.”
Il completamento della rete semaforica continentale e la sua estensione alla Sicilia, fu accompagnata dalla revisione dell’organizzazione territoriale del servizio, portando da quattro a sei i Dipartimenti ed insediando, in ciascuno di essi, un Consiglio d’Amministrazione.
Il controllo amministrativo e finanziario dell’intero Corpo fu demandato al Consiglio di Amministrazione Centrale, ubicato presso la Direzione Generale in Napoli.
Per l’esercizio tecnico - amministrativo, i Dipartimenti furono suddivisi in quarantaquattro Circondari, all'interno dei quali operarono trecentoventi posti telegrafici.
L’organico per far fronte alle esigenze ordinarie del servizio fu stabilito in ottocentoottantaquattro individui, così suddivisi:
Direzione Generale:
- Un Direttore generale, di nomina regia scelto tra gli ufficiali generali o superiori del corpo di guerra della Real Marina,
- un sotto Direttore ed un ufficiale di dettaglio, prescelti tra gli ufficiali superiori del corpo o fra i Tenenti di Vascello,
- Otto Corrispondenti di prima classe, tra cui un Revisore ed un Istruttore, equiparati al grado di Capitano,
- Sei Corrispondenti di seconda classe, equiparati al grado di Tenente,
- Dieci aspiranti telegrafici, assimilati al grado di sotto-Tenente.
Impiegati per la trasmissione dei segnali:
- Sette Ispettori Dipartimentali, equiparati al grado di Capitano, di cui uno, con funzioni di Quartier-Mastro del Corpo (un ufficiale con compiti di cassa e contabilità),
- quarantotto sotto Ispettori di Circondario, assimilati al grado di Tenente. Tra i sotto-ispettori, tre furono distaccati presso la direzione generale: il primo con la responsabilità del personale, il secondo del materiale ed il terzo dell’archivio del Corpo mentre, un quarto disimpegnò egli stessi compiti presso la sotto-direzione,
- ventiquattro sotto-Ispettori, assimilati al grado di sotto-Tenente, due dei quali furono distaccati uno, presso la direzione generale e l’altro, presso la sotto-direzione con l’incarico di curare la corrispondenza per iscritto.
- sessantadue Segnalatori di prima classe, equiparati al Sergente Maggiore,
- duecentocinquantaquattro Segnalatori di seconda classe, equiparati a Sergente,
- duecentosessantuno Segnalatori di terza classe, assimilati a Caporale,
- centodieci Segnalatori di quarta classe, equiparati al sotto-Caporale,
- ottantotto Allievi Segnalatori, assimilati a soldati.
Personale per l’istallazione e riparazione delle macchine telegrafiche, dei casamenti e delle fabbriche, scelto nei ranghi della Real Marina:
- Un Sottoufficiale di mare della classe dei Nostromi,
- due Sottufficiali di mare della classe dei Guardiani,
- un Maestro d’Ascia
- un Maestro Perciatore [3]
- un Maestro Muratore.
Ottocentoottantaquattro addetti potrebbero apparire una quantità eccessiva tuttavia, verificando compiti e dislocazioni territoriali, ci si rende conto che la media d’impiego è di sole 2,7 unità per ciascun posto, comando generale e comandi dipartimentali inclusi.
L’articolo 11 delle Ordinanze, stabilì il criterio proporzionale con cui fu ripartito l’impiego dei segnalatori nei diversi posti telegrafici:
- quattro, per i posti a tripla corrispondenza,
- tre, per ogni posto di difficile accesso o situati in aree malsane,
- due, per i rimanenti posti.
Il restante personale fu destinato ai servizi di supporto logistico, amministrativo e tecnico:
- Un segnalatore di prima classe, presso il magazzino centrale del Corpo (Napoli),
- due segnalatori di prima classe e due di seconda, presso i sotto-ispettori incaricati presso la direzione generale del personale e del materiale,
- uno di seconda classe, presso il corrispondente revisore,
- uno di seconda classe, presso l’ufficio della corrispondenza,
- uno di prima classe ed uno di seconda, presso la sotto-direzione; il primo per il conteggio ed il secondo in aiuto ai due sotto-ispettori.
In ciascun circondario, tra i segnalatori addetti ai posti telegrafici furono compresi gli operai, ai quali fu prescritto l’obbligo di dover anche servire alla trasmissione dei segnali. Al verificarsi di condizioni straordinarie, le Ordinanze concessero la facoltà d’incrementare i ruoli reclutando sino a sedici corrispondenti di seconda classe e cinquantaquattro aspiranti telegrafici.
Il modello organizzativo realizzato in quegli anni rappresentò il massimo sforzo compiuto dall'amministrazione napoletana per sostenere l’esercizio continuo e capillare della rete telegrafica ottica. L’impiego degli uomini fu commisurato al bisogno d’assicurare le segnalazioni nelle ore diurne di ogni giorno dell’anno o perlomeno, come recita l’art 163 delle Ordinanze, “…in tutte le ore della giornata nelle quali potranno distinguersi le mosse delle ali del telegrafo...”.
Il fermo delle attività non fu mai contemplato se si eccettua la sospensione nei giorni del Natale e della Pasqua, peraltro prescritta con riserva “…qualora per disposizione ministeriale non sia ordinata l’attività di qualche linea ne’ predetti giorni...”. La figura dell’antico “torraro” fu sostituita dalla nomina di un “capo-posto”, responsabile "per tutto ciò che riguarda la trasmissione de’ segnali, il buon ordine del posto e la conservazione di tutto il materiale assegnato al medesimo".
Nelle postazioni prive dell’impiegato alla corrispondenza telegrafica, il capo posto curò la consegna dei dispacci telegrafici ed il ricevimento dei messaggi da trasmettere.
All'attività telegrafica, i posti semaforici abbinarono il servizio di segnalazione marittima diramando avvisi alle competenti autorità per qualsiasi avvenimento potesse interessare i litorali, o la navigazione nel settore assegnato. Con particolare cura furono trasmesse e registrate le informazioni sugli arrivi, il passaggio e la manovra dei bastimenti, civili e militari avvistati lungo, le coste o in prossimità delle rade o dei porti.
Ai legni in procinto d’accostarsi ad uno degli approdi del regno, fu fatto obbligo di comunicare al posto semaforico prossimo allo scalo di destino, tutte le notizie utili al proprio riconoscimento, stato sanitario, provenienza ed eventuali necessità di soccorso.
Il Decreto n. 349 del 1° agosto 1822 completò l’organico siciliano con la nomina del Direttore Generale, del Sotto-direttore e degli Ufficiali addetti al servizio telegrafico.
Il Decreto del 10 febbraio 1824 n. 974, integrando quanto già disposto nelle “Ordinanze Generali”, regolamentò il servizio amministrativo del Corpo e le nuove tabelle salariali per il personale telegrafico. Ispirate ad una razionalizzazione degli organici e della spesa, le disposizioni del 1824 introdussero nuove figure ed attribuzioni di controllo amministrativo. In ossequio al dettato del decreto n. 349, i componenti del Consiglio di Amministrazione Centrale furono nominati dal Ministro Segretario di Stato della guerra e marina, senza che la designazione desse luogo ad alcun compenso aggiuntivo, vi fecero parte:
- Un Presidente: il Direttore generale del Corpo telegrafico,
- Quattro Membri: un Commissario Amministrazione di marina, due Capitani di fregata, un Capitano del Corpo del Genio Idraulico,
- Un Segretario senza voto: l’Ufficiale al dettaglio del Corpo.
Per disposizione dello stesso Decreto:
- al Direttore generale del Corpo Telegrafico fu assegnato il comando operativo,
- al Consiglio d’Amministrazione Centrale fu demandata l’amministrazione del personale e la gestione del materiale,
- all'Ufficiale del Corpo Idraulico fu assegnata la manutenzione e la costruzione delle macchine e dei posti telegrafici,
- all'Ufficiale Commissario, affiancato da un Ufficiale Quartierrmastro, con funzioni di tesoriere, fu affidata la contabilità del Corpo.
Alla Direzione ed alle Sotto-Direzioni del Corpo, in sostituzione del personale sino ad allora impiegato, furono destinati degli Ufficiali delle dipendenze subalterne del Ministero.
Presso la Direzione Generale fu assegnato:
- 1 Ufficiale di prima classe con il “carico” del personale,
- 2 Ufficiali di terza classe quali aiutanti del precedente,
- 1 Ufficiale di seconda classe con il “carico” del materiale,
- 1 Ufficiale di terza classe quale aiutante del precedente.
- 1 Ufficiale di seconda classe con il “carico” del personale,
- 1 Ufficiale di terza classe quale aiutante del precedente
- 1 Ufficiale di terza classe con il “carico” del materiale.
Giovanni Antonio RIZZI ZANNONI Carta del Regno di Napoli indicante la divisione delle XIV sue Provincie (1807). La carta mostra le 14 province amministrative del Regno di Napoli sotto la monarchia di Giuseppe Bonaparte. Un riquadro manoscritto, con data 5 Maggio 1815, incollato nello spazio aperto del Mar Tirreno, reca il titolo “Denominazione de' Posti dello Stabilimento Telegrafico disegnati lungo le coste e all'interno del Regno”. Il manoscritto aggiunto annota la lista dei telegrafi visuali del Regno delle Due Sicilie, nella ‘Linea del Mediterraneo’ e nella ‘Linea dell’Adriatico’: comincia con Gaeta, n.24, e si conclude con il Capo di S. Maria, n. 175. I nomi delle località sono in inchiostro nero, i relativi numeri sono in rosso. La numerazione delle stazioni semaforiche principia con il n. 24 poiché riprende la numerazione delle stazioni costiere impiantate dai francesi sulle coste tirreniche (dalla Liguria al Lazio). Carta nella disponibilità della casa d'asta " BADO E MART AUCTIONS SAS".
Ritorno a Napoli di Ferdinando IV di Borbone nel 1815. Salvatore Fergola, Reggia di Caserta.
Frontespizio delle 33 pagine che costituiscono il Decreto n.154 del 17 ottobre 1815 per l'Organizzazione del Corpo telegrafico.
Palazzo Testa, ubicato presso l'Arsenale della Real Marina (Molosiglio), dal 1815 fu sede della Direzione Generale del Corpo Telegrafico e del Consiglio d'Amministrazione Centrale.
Darsena dell'Arsenale della Real Marina, Napoli 1815. Ubicazione di Palazzo Testa ,sede della Direzione Generale del Corpo Telegrafico.
Semaforo alla Lanterna del Molo, porto di Palermo
Frontespizio delle Ordinanze della Real Marina del 1818, 2a Edizione. Napoli, Real Tipografia Militare 1856
Schema costruttivo di una macchina semaforica "Depillon - Jacob"
Vocabolari (cifrari) per i posti semaforici delle Due SIcilie edizioni del 1826 e del 1855. Stampa "Reale Tipografia della Guerra" (1826) e "Reale Tipografia Militare" (1855)
Schema funzionamento ruote d'orientamento delle ali di un semaforo Depillon- Jacob.
Definizione del telegrafo ottico secondo il Rescritto e Ministeriale del 18 agosto 1821; Ministeriale del 9 maggio 1823 sull'utilizzo del telegrafo ottico da arte delle Autorità civili del regno. Da: "Corso di diritto amministrativo per lo regno delle due Sicilie, pag. 671. Napoli - Tipografia dello stabilimento dell'Ateneo, 1836".
Nel 1826, per i tipi della Reale Tipografia della Guerra, fu licenziata una nuova edizione del "Vocabolario semaforico per uso dei posti telegrafici del regno delle Due Sicilie da servire per una più estesa corrispondenza tra loro" costituito da quindici tabelle, ciascuna riportante 212 articoli di cui 90 destinati alla "cifra segreta". Nel 1855 il "Vocabolario" fu nuovamente aggiornato senza apportare alcun cambiamento alla struttura dei cifrari.
[1] Nei cosiddetti "ruoli facoltativi" fu inscritto il personale tecnico specializzato. Per facoltativi si intendevano quei ruoli ove veniva iscritto il personale in possesso di proprie peculiari "facoltà", ovvero conoscenze tecniche, scientifiche, o altro.
[2] Il Cap. Giuseppe Maria Kalefati, ebbe la responsabilità di seguire la costruzione delle postazioni siciliane e di scegliere le maestranze per eseguire tali lavori.
[2] “Perceur – Foratore; perciatore dicesi malamente nelle nostre fabbriche d’armi.” Voce tratta dal “Dizionario militare francese italiano” pag. 219, M. D’Ayala - Napoli dalla tipografia di Gaetano Nobile, 1841.